
I racconti di Alice Munro, una vera folgorazione
Ricordo bene il primo racconto di Alice Munro che ho letto qualche anno fa. Ero incuriosita da questa scrittrice canadese, Premio Nobel, premiata per i racconti, un genere che non ho mai frequentato molto.
Ho aperto il libro “Il sogno di mia madre” e ho iniziato un racconto a caso. Era avvincente, con una situazione di vago mistero. C’erano descrizioni dettagliate e originali di alcuni personaggi che mi hanno portata a credere che fossero coinvolti nella vicenda. Si susseguivano salti temporali, cambi di ambientazione, e quei personaggi improvvisamente sono usciti di scena per fare posto ad altri. Arrivati alla pagina finale che avrebbe dovuto chiarire, nelle mie aspettative, chi si era macchiato del crimine, la narrazione è svanita rapidamente con poche righe e un finale tronco. Non quello che di solito è un finale aperto, ma quasi la sensazione che mancasse qualche paragrafo per un errore tipografico.
Sono rimasta di sasso, perché sono una lettrice abbastanza allenata e non mi era mai capitata una cosa del genere. Ho riletto il racconto alla ricerca di ogni indizio, e sono arrivata alla fine con qualche sensazione in più ma nessuna certezza. Sono andata su un forum in lingua inglese per scoprire che tanti lettori si facevano le mie stesse domande e che il fascino di Alice Munro sta anche in questa capacità di suscitare interrogativi suggerendo interpretazioni, lasciando sempre la sottile inquietudine di un non detto.
Subito sono rimasta spiazzata e come lettrice mi ritenevo illusa, beffata: tu scrittore, devi prenderti la responsabilità di raccontarmi qualcosa e raccontarmelo bene, trasmettendomi con delle sicurezze. Per inciso, ho sempre amato poco le storie con i finali aperti, ma questa volta mi sono sentita sfidata nella mia comprensione del testo e ho continuato a leggere Alice Munro. Sapevo anche che è indicata da molti scrittori come un riferimento; tanto loro la ammirano, quanto io ho sentito che potevo imparare qualcosa di importante.
Cosa ho imparato dai racconti di Alice Munro
Prima della fine del libro mi sono innamorata definitivamente di lei. Ho imparato a capire la sua immensa abilità nel raccontare storie con uno stile unico e a stupirmi ogni volta per le sue scelte di narrazione e costruzione del racconto che la rendono geniale. Ho accettato la sua sfida, il suo rifiuto di darmi ciò a cui sono abituata per propormi di essere coinvolta in una lettura diversa, più attiva, un concentrato di attenzione alle sfumature, alle singole parole, alle pause. Ho imparato soprattutto a capire il potere del non detto, dell’idea solo suggerita o sussurrata. Ho apprezzato la grandezza di una scrittrice che scrive per sottrazioni, che non dice non perché non ne sia capace ma perché sceglie una via diversa, più raffinata e complicata.
Continuo ad amare Alice Munro e ho letto quasi tutti i suoi racconti almeno una volta, commentandoli su un quaderno (cosa mai fatta per nessun altro autore). Intervallo i suoi libri con molti altri autori, ma ogni tanto sento il bisogno di tornare da lei e riprendere quel tipo di lettura. Per me è come leggere un manuale di narrazione.
Anche se non è applicabile direttamente al mio lavoro, il suo stile mi ha insegnato che anche la storia più semplice può essere raccontata in tante maniere e che costruire una narrazione avvincente, poetica o onirica, è fondamentale per catturare l’interesse. Essere sintetici e al tempo stesso creare un’atmosfera coinvolgente è un traguardo che si raggiunge con tanto lavoro, mentre a volte sarebbe così comodo sommergere il lettore di parole. Ma chi scrive vuole misurarsi con delle sfide e la prolissità è spesso un’insidia.
Alice Munro per me è una maestra di narrazione, il simbolo del potere della parola scritta.
Consigli di lettura per avvicinarsi ad Alice Munro
La danza delle ombre felici è il primo libro pubblicato da Alice Munro. Uscito in Canada nel 1968, ha vinto il Governor General’s Award, il principale premio letterario canadese. In Italia è pubblicato da Einaudi, tradotto dalla bravissima Susanna Basso, ed è disponibile anche in edizione economica.
Mi sembra il libro giusto per avvicinarsi alla scrittrice, e non solo perché è il suo esordio d’eccezione. È stato un libro faticoso da scrivere, che abbraccia racconti scritti in un arco di 15 anni e più volte rivisti, e dimostra che anche chi ha un indubbio talento non può prescindere da un duro lavoro di scrittura e riscrittura, accompagnato da mille dubbi. È stato subito apprezzato dalla critica canadese nonostante fosse una raccolta di racconti, un genere ritenuto inferiore a un romanzo. Quel romanzo che, da quel momento in poi, tutti hanno iniziato ad aspettarsi da Alice Munro tanto che spesso, per l’incapacità di soddisfare questa richiesta pressante e portare a termine i suoi abbozzi di romanzo, ha dubitato di essere una scrittrice di valore. Questo fatto mostra il suo lato più umano e vulnerabile, che spesso impedisce anche ai più bravi di essere indifferenti alle aspettative degli altri e, sono nel caso in cui non siano capaci di conformarvisi con la loro arte, lascia un’ombra difficile da cancellare.
La mia impressione è che sia un libro più accessibile rispetto a molte raccolte successive più ostiche, racconti avari di indizi che necessitano di una maggiore capacità interpretativa da parte del lettore per decifrare il senso della storia. La danza delle ombre felici è un libro in cui la narrazione è più fluida, lineare, composto da 15 racconti abbastanza brevi: mancano quei finali tronchi che ti fanno comparire un enorme punto interrogativo nel cervello, i sottintesi sottili che, si capisce solo poi, sono il punto di svolta della storia, i non detti.
Non è affatto un libro spensierato, lo dico subito. Si riconosce già Alice Munro nell’unicità del suo stile e ci sono i semi delle sue tematiche, i suoi luoghi e quel sentimento di desolazione, isolamento e insicurezza serpeggia tra i personaggi dei vari racconti.
Se la scrittrice non è nelle tue corde lo capirai già da questo libro, nello spazio di lettura di qualche racconto, altrimenti credo che potrai apprezzare la complessità di questi racconti e il suo stile così riconoscibile.
Se ti va di condividere le tue impressioni di lettura su Alice Munro scrivimi, sono curiosa di sapere che effetto ti ha fatto!
Per approfondire, leggi i miei articoli sul rapporto tra la lettura e il miglioramento della capacità di scrivere:
cercavo un modo per spiegarmi la tristezza di questi giorni dopo la sua morte.
Ho letto molto, in quello che hai scritto tu mi ci sono particolarmente ritrovata.
…i finali tronchi, le pause, la poesia e l’indulgenza.
Mi è tornata una voglia matta di rileggere tutto!
Ciao Monica,
anche pe me la sua perdita è motivo di grande tristezza. Lei da anni è LA mia scrittrice e in questo articolo avevo provato a capire perchè, da dove nasceva questo legame empatico. Felice di averti trasmesso un’emozione. Anche io vorrei riprendere a leggere qualcosa di suo, non so cosa, mi lascerò guidare dall’istinto.