Chi è l’ospite? Colui che dà ospitalità o chi la riceve?
“Chi è l’ospite?”è un dubbio linguistico comune che si spera non si traduca in errori di galateo.
Mi piace scoprire curiosità e eccezioni della lingua italiana e capire da dove nascono, chiarirmi dei dubbi, lasciarmi stupire dalla storia e dalle origini delle parole. Spero di incuriosire anche voi che leggete.
Torniamo a questi due figuri che si guardano dubbiosi sulla soglia della porta: l’ospite è chi apre la sua casa o chi si accinge a entrare? Entrambi possono fregiarsi della definizione di ospite. Ospite infatti è una parola che ha più significati (polisemia). In particolare è un esempio di enantiosemia, una forma particolare di polisemia in cui la parola ha due significati tra loro contrari. Com’è possibile? Come ha potuto sopravvivere nella lingua un vocabolo che induce confusione?
Il suo contesto di origine può fornirci la spiegazione
La parola ospite deriva dal latino hospes, –ĭtis, che aveva già il doppio significato di ‘colui che ospita, albergatore’ e di ‘colui che è ospitato, forestiero’. Identico significato per la parola greca xénos. Oltre che in italiano, la doppia accezione è sopravvissuta in altre lingue romanze; francese (hôte); occitano e catalano (oste); spagnolo (huésped) e portoghese (hóspede).
Il significato di “hospes” va individuato in un contesto storico e culturale in cui i rapporti che si instauravano tra chi accoglieva e chi era accolto erano così stretti e vincolanti da generare un rapporto di reciprocità, un patto di ospitalità profondo e sacro che rendeva i due ruoli di ospitante e ospitato intercambiabili, tanto da essere identificati dallo stesso termine. Come dicevano i Greci: “L’ospite che bussa alla nostra porta potrebbe essere Zeus sotto mentite spoglie”.
Esistono altre parole di uso comune con significati opposti:
- curioso: chi suscita curiosità e chi la prova
- feriale: festivo (“periodo feriale” in cui si è in ferie) e lavorativo (giorni feriali, opposti ai festivi)
- storia: un racconto veritiero e uno menzognero
- sbarrare: aprire (sbarrare gli occhi) o chiudere (sbarrare la porta)
- spolverare: togliere la polvere (spolverare un mobile) e mettere la polvere (spolverare un dolce di zucchero)
- affittare: dare in affitto e prendere in affitto
- pauroso: che ha paura (una persona paurosa) e che incute paura (una storia paurosa)
La soluzione a tanta potenziale confusione? Il contesto in cui la parola è inserita, ovviamente, e le soluzioni nate dall’uso. La consuetudine identifica l’ospite in colui che viene ospitato, mentre il soggetto ospitante viene definito, a scanso di equivoci, padrone di casa, amico/parente che mi ospita, ospitante (es. famiglia ospitante).
Cercando qualcosa, è stata occasione per una spolveratina di lingua.
La memoria ha bisogno di tanto in tanto d’ una ripassatina. Grazie
Mi fa piacere che l’articolo sia stato utile! Ha ragione, la lingua ogni tanto ha bisogno di un ripasso.